Questo spettacolo è dedicato a tutti quelli che sognano ad occhi aperti, a tutti quelli che inseguono un sogno.

Quello di un mondo migliore per sé e per la propria famiglia, come il migrante che parte con il cuore pieno di dolore, attraverso mille pericoli, per cercare la speranza di una nuova vita.

Il sogno di una società più giusta, come le donne schiacciate da secoli di patriarcato e che ancora oggi lottano per affermare i propri diritti dovendo superare il ghetto del proprio corpo, rinchiuso in canoni di bellezza imposti da altri.

Il sogno del povero, del diverso, dell'emarginato in cerca di un posto nel mondo alla luce del sole.

Il sogno di una realtà ricca di valori, contro la propotenza del denaro e il pericolo dell'egoismo e dell'indifferenza.

Attraverso questo percorso teatrale, ho cercato, in modo diretto, di far emergere tutto il degrado di questo periodo storico evidenziado molte delle sofferenze e contraddizioni che contradistinguono il nostro presente, con la presunzione di far nostra la speranza, così cara a Vittorio Arrigoni, e cioè la speranza di “restare umani”.

Nicola Pannocchi

( Associazione Teatrale Cultrale GAT)