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dom 26 giu

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Castelnuovo D'elsa

DESTINATARIO SCONOSCIUTO

Destinatario sconosciuto è un romanzo epistolare di Katherine Kressmann Taylor pubblicato nel 1938 dalla rivista Story di New York. Pubblicato nel 1939 come libro vero e proprio, vende in America cinquantamila copie.

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DESTINATARIO SCONOSCIUTO

Orario & Sede

26 giu 2022, 21:30

Castelnuovo D'elsa, Piazza Santa Barbara, 50051 Castelnuovo D'elsa FI, Italia

Ospiti

Info sull'evento

Martin Schulse, un uomo d'affari, cristiano, ritorna con la sua famiglia in Germania.  Il suo socio in affari, Max Eisenstein, un ebreo, rimane negli Stati Uniti per proseguire con l'attività lavorativa: a San Francisco i due hanno una galleria d'arte in comune e Max, da lì, tutela anche gli interessi di Martin.

Lontani, i due amici sentono uno la mancanza dell'altro e per questo si scrivono. La storia  è interamente raccontata attraverso 19 lettere, scambiate tra gli amici nel periodo che  va dal 12 novembre 1932 al 3 marzo 1934.

Dalle prime lettere emerge che Martin è tornato in una Germania poverissima, distrutta  dalla prima guerra mondiale, che cerca disperatamente di riprendersi. La vita per Martin in  Germania è più agiata di quanto già non fosse in America; ha acquistato una casa con  trenta stanze e quasi dieci acri di parco, ed i tedeschi lo considerano un miliardario  americano.

Max continua a lavorare nella galleria e riferisce all'amico che in America l'inverno non è  stato dei migliori.

Martin inizialmente esprime i suoi dubbi su un certo Hitler, un uomo divenuto da poco capo effettivo del governo e del Terzo Reich,  un uomo che è come una «scossa elettrica», energico come lo può essere  solo un grande oratore e fanatico. Tuttavia, in seguito sembra  invaghirsene e riferisce che in tutta la Germania la gente ha  ricominciato a sperare, e prevede una rapida ripresa economica.

In un primo momento Max è invidioso: «Come ti invidio... Ti sei trasferito in una Germania  democratica, una terra con una profonda cultura, l'inizio di una libertà politica!». Tuttavia, ben presto Max ha dubbi sui nuovi entusiasmi dell'amico, dopo aver saputo da testimoni oculari fuggiti da Berlino che gli ebrei in Germania erano stati picchiati, forzati a bere a denti  stretti olio di ricino e che le loro imprese venivano boicottate.

Martin risponde a Max che, mentre loro potevano continuare ad  essere buoni amici, tutti sapevano che gli ebrei erano il capro  espiatorio universale, che se era così una qualche ragione doveva pur  esserci e che «alcuni dovevano soffrire perché milioni vengano salvati».

«Questa faccenda degli Ebrei è solo un incidente», scrive Martin.  «Qualcosa di più importante sta accadendo».  Tuttavia, egli chiede a Max di smettere di scrivergli. Se una sua  lettera fosse stata intercettata, Martin avrebbe perso i benefici  derivanti dalla sua posizione sociale e lui e la sua famiglia sarebbero  stati in pericolo.

Max continua a scrivere all'amico poiché apprende che una sua  sorella, Griselle, attrice a Berlino, è scomparsa. Max sconvolto cerca  di scoprire il destino della sorella.

Martin gli risponde su carta intestata della banca (per correre  meno rischi di essere intercettato) e lo informa della morte di  Griselle. Egli ammette di averla allontanata quando la donna, con la  quale aveva avuto una relazione anni prima, si era rivolta a lui, il più  caro amico di suo fratello, per ottenere protezione.

Dopo un intervallo di circa un mese, Max torna a scrivere a Martin, in apparenza riferendosi  solo a questioni d'affari e facendo banali osservazioni sul tempo, ma scrivendo come se fra  di loro esistesse un codice segreto, facendo strani riferimenti alle dimensioni esatte dei  quadri e così via.  Le lettere di Max fanno riferimento alla "nostra nonna" ed implicitamente indicano che anche  Martin è ebreo.

Le lettere da Monaco a San Francisco diventano sempre più brevi e permeate dal panico.  Martin chiede a Max di fermarsi: «Mio Dio, Max, lo sai quello che stai facendo?... Queste lettere che hai mandato... E quel cablogramma folle... non ti sfiora nemmeno l'idea che mi stai rovinando? Ti  scongiuro, Max, basta, basta! Fermati fintanto che io posso ancora  essere salvato».

Max però continua: «Prepara per i tuoi studenti le seguenti  riproduzioni: Van Gogh 15 per 103, rosso; Poussin 20 per 90, blu e  giallo; Rubens 11 per 33, rosso e blu; seguiremo speranzosi le tue  fatiche».

Martin scrive allora a Max esplicitandogli l'effetto ottenuto  dalle sue lettere: «Sono così disperato che non puoi nemmeno  immaginarlo... E tutte quelle lettere che mi hai consegnato, adesso ne  devo rispondere... mi hanno portato dentro, me le hanno mostrate; mi  hanno chiesto di rivelargli il codice, un codice! Come hai potuto tu,  amico di lunga data, farmi una cosa del genere!».

E Max in un'altra lettera: «Prima di partire procurami le  seguenti riproduzioni per la lega dei giovani pittori tedeschi in  previsione della mostra generale di maggio, se non prima: Picasso 17 per  81, rosso; Van Gogh 5 per 42, bianco; Rubens 15 per 204, blu e giallo;  le nostre preghiere sono con te».

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    Martin Schulse, un uomo d'affari, cristiano, ritorna con la sua famiglia in Germania. Il suo socio in affari, Max Eisenstein, un ebreo, rimane negli Stati Uniti per proseguire con l'attività lavorativa: a San Francisco i due hanno una galleria d'arte in comune e Max, da lì, tutela anche gli interessi di Martin.

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